LETTERA DEL PRESIDENTE DEL CONSORZIO DELLA BONIFICAZIONE UMBRA


In questi giorni la stampa locale ha più volte riportato agli onori della cronaca il Progetto di Messa in Sicurezza del Fiume Topino.
In particolare l’attenzione si è appuntata su alcuni aspetti di maggior rilievo: la realizzazione delle vasche di allagabilità controllata e l’abbattimento e la ricostruzione dei ponti di viale Firenze e ponte della Vittoria.
Spesso dagli articoli emergono elementi che fanno supporre un’informazione non precisa sugli aspetti tecnici del problema e ciò può portare ad effettuare valutazioni non adeguate.
Devo ritenere, comunque, conoscendo la serietà dei soggetti che hanno espresso le loro valutazioni pur critiche che, comunque, non è messa in discussione come priorità assoluta della città di Foligno e del territorio circostante un elevato livello di sicurezza idraulica.
Potremmo altresì confrontarci sulle soluzioni tecniche praticate, ma solo dopo aver approfondito la conoscenza del progetto.
Per quanto attiene le vasche di laminazione, nel progetto preliminare ne venivano previste tre di cui una a Budino ed un'altra a Cave. In sede di progetto definitivo, dopo un’approfondita campagna di indagini geognostiche e topografiche, si è ritenuto non necessaria la previsione di una vasca a Cave mentre quella di Budino è stata ridotta da 3.5 Kmq a 1 Kmq di superficie.
E’ opportuno sottolineare che la collocazione a valle di Foligno è stata inevitabile da un punto di vista idraulico sia per la collocazione degli affluenti superiori, sia per la mancanza a monte del abitato di Foligno (N.d.R. San Giovanni Profiamma) di un’adeguata capacità di accumulo dei 140 mc/s di volume di laminazione che andrebbero stoccati in occasione della piena cinquantennale (315 mc/s).
Considerando la possibilità di impegnare tutti i siti idonei a monte del ponte sulla Flaminia sino alle sorgenti del Topino e del Caldognola, in assenza delle previste vasche di Budino e Bevagna, non ci sarebbe sufficiente capacità di accumulo per contenere i volumi di laminazione della piena duecentennale (453 mc/s).
Che le piene dei fiumi non siano un mero fatto statistico, lo testimoniano i fatti che ormai periodicamente avvengono in varie parti d’Italia: piovosità simili a quelle avvenute negli ultimi anni a Sarno, in Garfagnana o in Piemonte sono in grado di mandare in crisi il nostro sistema idraulico.
Il completamento della sistemazione idraulica del tratto di monte del fiume Topino sarà oggetto nell’ immediato di un altro progetto definitivo di messa in sicurezza per il quale la regione dell’Umbria sta individuando le risorse.
Veniamo ora al problema dei ponti che insistono sul tratto urbano della città.
Nello stato attuale non sono in grado di far transitare la piena cinquantennale il ponte della Vittoria, il ponte di viale Firenze ed il ponte delle Ferrovie.
Dopo aver eseguito la sistemazione dei ponti a valle ed effettuato gli interventi in alveo in prossimità delle campate, il ponte della FS sarà in grado di far transitare la piena cinquantennale.
Dovrà, comunque, essere anch’ esso oggetto di demolizione ed adeguamento in un prossimo futuro per consentire il transito della piena duecentennale.
Vorrei dare ora risposta ad un dubbio ricorrente sulla stampa.
Perché non è possibile adeguare, piuttosto che demolire e ricostruire, i ponti di viale Firenze e il ponte della Vittoria?
L’ipotesi è stata a lungo vagliata per evitare un intervento cosi importante e soprattutto costoso.
Per ottenere una sezione adeguata in prossimità dei ponti sarebbe stato necessario abbassare il fondo dell’alveo del fiume.
Il livello del Topino è nel tratto cittadino regolato dalla briglia Giberti e dalla briglia “Fiammenga”.
La demolizione delle briglie (le due cascate tra ponte viale Firenze e ponte S.Magno) è stata (giustamente) esclusa dalla Provincia di Perugia in quanto avrebbe compromesso l’equilibrio idraulico del fiume proprio nel tratto cittadino con effetti rovinosi sull’assetto degli argini e dell’alveo.
Quando e come si interverrà sui ponti?
Verrà indetto un appalto concorso nei prossimi mesi ed i lavori saranno consegnati presumibilmente nella seconda metà 2006 .
Le modalità dell’appalto concorso prevedono, quale offerta qualificante, che la ditta partecipante produca una sua proposta progettuale autonoma.
Una commissione di esperti valuterà il progetto migliore da un punto di vista architettonico e funzionale.
La commissione di concorso sarà partecipata da rappresentanti di Regione, Provincia, Consorzio e Comune di Foligno.
Al riguardo il Comune di Foligno potrà segnalare esperti di rilievo nazionale in materia urbanistica ed architettonica.
L’obbiettivo è quello di far sì che il venir meno dei due ponti, ritagli importanti di storia e di paesaggio cittadino, si trasformi in occasione di rilancio e valorizzazione urbanistica della città.
Al riguardo va sottolineato che le ipotesi progettuali riportate nel progetto definitivo pur essendo già a nostro giudizio una proposta e interessante, potranno essere radicalmente modificate purchè vengano mantenute le indicazioni tecniche riguardanti l’altezza della/e campate e la sezione del franco , elementi non modificabili per garantire il transito della piena.
Spero di aver fornito elementi utili per l’approfondimento del tema in questione e dichiaro fin da ora la disponibilità della struttura dell’Ente e del sottoscritto per qualsiasi confronto d’informazione e discussione sull’importante iniziativa.